1400-1500 un periodo in cui i Narnesi hanno successo come militari; soldati di ventura, podestà e capitani del popolo. all’ombra dei grandi potenti come la Firenze dei Medici, la Venezia dei Dogi e la Roma dei Papi, ora anche la Milano degli Sforza.
Dalle lettere di Francesco Sforza conservate negli archivi di Milano nel xv registro delle Missive, che si incentra sulle esigenze finanziarie dello Sforza che perpetuamente lo assillano, non per avidità, ma perchè è quasi sempre sofferente di penuria di danaro che gli impedisce di far fronte agli impegni talune volte assunti improvvidamente. Ha l’avventura di avere, non di rado, chi è disposto a sovvenzionarlo, nonostante sia tardo a ripagare chi lo soccorre. Tra coloro che meno lesinano a dargli aiuto primeggia Cosimo de’ Medici, sia direttamente, che tramite il suo rappresentante a Milano, Pigello Portinari. Al di là dei rapporti personali, la generosità medicea è motivata dall’alleanza politica, ravvivata dalla espulsione dei mercanti fiorentini da Venezia e da Napoli, avvenuta il 2 giugno 1451. È un’alleanza che unisce i due personaggi per contrastare le mire espansionistiche veneziane, che più preoccupano Milano, e quelle napoletane, che più molestano Firenze. Alleanza che perdura dopo la pace di Lodi e, anche quando lo Sforza si avvicina a Venezia sollevando malumori a Firenze e riuscirà ad accordarsi anche con re Alfonso di Napoli che, dopo travagliate contrattazioni, ratificherà (26 gennaio 1455) anche lui la Lega italica, proclamata due mesi dopo (il 25 marzo) in molte città italiane dando, per un quarto di secolo, ai popoli della Penisola un periodo di discreta quiete.
In questo contesto appaiono anche dei Narnesi sia come soldati di ventura come Conte da Narni che fornisce otto lance agli Sforza che Gabriele da Narni che lavora come contabile per Francesco Sforza ad Agostino da Narni, ufficiale delle bollette di Cremona 1452 agosto 13,
Agostino de Narnia, segretario ducale ammesso allo Studio di Ferrara. Francesco Sforza comunica a Francesco di ser Antonio di avere preso ai suoi servizi Conte da Narni con otto lance, cui deve dare 30 ducati a lancia e velluto per uno “zuppono” e una giornea. (1453 maggio 29, Cremona).
Suprascripto. Havimo tolto ali nostri servicii Conte da Narni con lanze 8. Pertanto volimo che gli debii dare ducati 30 per lanza et veluto per uno zuppono et una zornea, spazandolo presto. Data ut supra. Irius. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Francesco Sforza, siccome Tiberto fa pressione per avere 1000 ducati per cosa di grandissima importanza, si rivolge ad Antonio Treco perchè lo aiuti nei “tanti affanni et occupatione et etiamdio fatighe” in cui è coinvolto, e cerchi di avere dagli amici i 1000 ducati; non riuscendovi, procuri di trovarli tra i cittadini, avendoli a interesse o in altra maniera, in modo che all’indomani li consegni a Gabriele da Narni che in serata li farà avere a Marcaria. Gli fa sapere che Zanino, al suo ritorno, glieli restituirà. 1453 giugno 17, “apud Senigam”.
Rendiconto dei duemila ducati d’oro per la taglia degli ostaggi di Leno, tenuti in prigione a Cremona, ricevuti da Antonio da Desio e da lui dispensati secondo l’ordine avuto dal duca. per mano de Gabrielo da Narnia ducati 924, de soldi 67 l’uno, benché’ lo dicto Antonio Trecho ne mandasse a al dicto messer Tiberto ducati 1000.
Francesco Sforza comunica ad Antonio Treco la sua delusione per non aver ricevuti i denari che aspettava da Firenze. Gli fa presente l’urgenza, trovandosi ad Asola, di avere da lui 1000 ducati, che dovrà come meglio potrà mettere subito insieme e farglieli avere domani o posdomani tramite Gabriele da Narni. Gli promette di rifonderlo entro quindici giorni. 1454 gennaio 18, “ex Aquanigra”.
Si è scritto a Gabriele da Narni di portare per la via di Calvatone al duca gli attesi e sospirati 1000 ducati. Arrivato, avvisi il duca che gli dirà cosa farne. Die suprascripto. Fo scripto a Gabriel da Narni suprascripto che porti li dicti ducati mille et faci la via de Calvatone. Et quando serà lì, avisa el signore, perché serà avisato de quello doverà fare. (1454 gennaio 18, “ex Aquanigra”). Francesco Sforza scrive al Regolatore e ai Maestri delle entrate che, in seguito alle suppliche di Antonio de Paulis da Cremona, ammesso allo Studio di Ferrara da Agostino de Narnia, segretario ducale, morto già da due anni, non gli capiti ora che è rimasto solo di perdere quanto ha acquisito in due anni di studio. Avendo saputo da alcuni aulici ducali che è persona studioisa e d’ingegno, il duca ha deciso e ordina ai detti Regolatore e Maestri che gli si faccia una provvisione annuale e gli si diano quest’anno 15 ducati aurei “ut suum valeat studium exercere et ad signa doctoratus pervenire”. 1454 settembre 11, Milano.
Elenco delle spese sostenute da Antonio Treco per la sistemazione di alcuni ponti secondo la relazione fatta da Gabriele da Narni in esecuzione delle lettere ducali di credenza a Giovanni da Lodi di Simonino, maestro di legname: Somma totale lire 196,19, 6 1452 maggio 24, s.l.
Francesco Sforza, siccome Tiberto fa pressione per avere 1000 ducati per cosa di grandissima importanza, si rivolge ad Antonio Treco perchè lo aiuti nei “tanti affanni et occupatione et etiamdio fatighe” in cui è coinvolto, e cerchi di avere dagli amici i 1000 ducati; non riuscendovi, procuri di trovarli tra i cittadini, avendoli a interesse o in altra maniera, in modo che all’indomani li consegni a Gabriele da Narni che in serata li farà avere a Marcaria. Gli fa sapere che Zanino, al suo ritorno, glieli restituirà. 1453 giugno 17, “apud Senigam”.
Francesco Sforza a Giovanni Mauruzzi da Tolentino, Alberto Marliani, Agostino da Narni e ai presidenti di Cremona 1450 ottobre 9 Milano. Francesco Sforza rimbrotta le autorità di Cremona per non aver riparato il ponte sul Po e ingiunge loro di farlo subito.
Locuntenenti (1), potestati (2), referendario ser Augustino de Narne (3) ac presidentibus negociis civitatis Cremone.
Ne miravigliamo, havendovi noi tante volte scripto, sollicitato e facto dire che devessevo provedere alla reparatione de quel nostro ponte grande sopra Po che non gli habiate facto qualche provisione, anzi è reducto a tal conditione che apena gli pò andare cavallo né persona alcuna da pede, che quanto dispiacere ne habiamo non vi poressimo dire, et pertanto volimo et cossì per la presente vi commectimo et commandiamo che, visis presentibus, voi mectiate ogni diligentia, studio et sollicitudine se possa per tucto cavalcare, et perché sopra de ciò havimo dicto et informato più largamente Francesco Squasso, presente portatore, volimo gli debiate credere quanto a noi proprii. Mediolani, die viiii octobris 1450.
Francesco Sforza a Berto Rodolfini di Narni. 1452 agosto 14 “apud Quinzanum”. Francesco Sforza si congratula con Berto Rodolfini di Narni per essersi rimesso in salute e gli chiede spiegazioni circa il suo comportamento verso i nemici; lo invvita a ritornare per fare ai nemici il gioco fatto loro altre volte. Scrive a Boccaccino di fare avere a Berto danaro per comprare due ronzini. [ 194v] Berto de Rodolfinis de Narnea.
Havimo inteso quanto ne scrive per la tua lettera como tu si reducto in pristina valitudine. Dicimo che ne havimo havuto piacere et contentamento assay, tanto quanto della salute della persona nostra propria, confortandote ad provedere per tal forma che te conservi sano, perché ad nuy sarrà summo piacere.
Insuper nuy non sapiamo imaginare perché non habiamo facto male ad questi inimici, salvo che havendoli pur assay pensato, la oppinione nostra è ch’el sia, perché tu non te li sii retrovato. Il perché te confortiamo a venire prestissimo senza dimora, perché venuto speriamo farimo alli inimici quello giocho gli havimo facto delle altre volte. Et perché tu possi vinire presto, scriviamo a Boccacino a Fiorenza te faza dare li dinari tu rechiede per co(m)parare li duy ronzini. Data in castris nostris apud Quinzanum, die (a) xiiii augusti 1452.
Francesco Sforza ad Agostino da Narni, ufficiale delle bollette di Cremona 1452 agosto 13. Francesco Sforza scrive a Agostino de Narni, ufficiale delle bollette di Cremona, della designazione a castellani della rocca di Tommaso e Giuliano de Calvini; ne informi suo figlio.
Ser Augustino de Narnea, offitiali bullectarum Cremone. Nuy havimo deputati per castellani de quella nostra rocha, ove sta vostro figliolo, ser Thomasso et Iuliano de Calvini. Pertanto volimo lo debbi avisare et dirgli el debia dare et consignare dicta rocha ad essi ser Thomasso et Iuliano. Et per più vostra sicureza havimo soctoscripto la presente de nostra propria mano. Data ut supra. Persanctes. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Approfondimenti:
http://www.narnia.it/donnegatta.htm
http://www.narnia.it/marmi.htm
http://www.narnia.it/gattacopie.htm
http://www.narnia.it/gattamelata.htm
http://www.narnia.it/cardoli.htm
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