Il porto fluviale di Narnia
Il fiume Nera comincia ad essere completamente navigabile solo all’uscita della cosiddetta Gola di Narni, circa 900 metri a valle dell’abitato di Stifone (zona conosciuta con il toponimo “Le Mole” in virtù dei numerosi mulini lì presenti in epoca medievale). Il dato della non navigabilità a monte è confermato dalle numerose rilevazioni tecniche che vennero effettuate all’inizio del 1900, quando si era in progetto di realizzare una via navigabile da Terni a Roma.
Fuorviante è quindi indicare acriticamente Stifone come sede dell’antico porto. Nessun reperto archeologico inerente ad una simile struttura è stato mai rinvenuto all’altezza del paese. In località le mole il fiume Nera presenta una strana biforcazione con un canale parallelo al corso del fiume.
Il canale misura 280 metri in lunghezza, 16 metri in larghezza e circa 6 metri in profondità (ci sono un metro e mezzo di sedimenti nella parte di maggiore interesse).
All’interno di esso si trovano due pareti, di cui una quasi intatta. Esse presentano una serie di incavi a forma quadrangolare, disposti su tre file, piuttosto regolari e simmetrici sui due lati, che si estendono per circa 13,5 metri da un lato all’altro.
In totale, si presume che di tali incavi se ne potessero calcolare 60, almeno stando alle indicazioni che è possibile ricavare dalla parete sostanzialmente integra (l’altra è in parte crollata o interrata).
Sono proprio questi incavi che hanno favorito lo sviluppo dell’ipotesi di una struttura riferibile ad un cantiere per la costruzione di imbarcazioni. Essi avrebbero infatti alloggiato dei sostegni lignei posti a contrasto con lo scafo in costruzione, pratica che, seppure con modalità differenti, si ritrova nella costruzione navale di epoca antica e moderna.
La sezione triangolare degli incavi lascia intendere il sostegno di elementi dal basso verso l’alto. Secondo una carta catastale della metà del XX secolo, il canale era probabilmente in origine collegato al fiume sia a monte che a valle.
La costruzione di mulini lungo la parte finale, che vengono riferiti all’epoca medievale, ha tuttavia modificato l’uscita del canale stesso, mentre l’apertura a monte è stata murata con la costruzione di un ponte lungo la sovrastante Via Ortana.
Un apprezzato docente di archeologia ha tuttavia definito il canale “un vero e proprio unicum archeologico”.
Speriamo che nel prossimo futuro ulteriori studi possano fare luce su tali importanti strutture, che da secoli riposano nel fiume.
Approfondimenti:
http://www.narnia.it/porto.html